La vegetazione dell’area protetta del Sasso di Castro e Monte beni è stata oggetto di studi nel recente passato. Nel 2001 da parte della Regione Toscana, Provincia di Firenze, Comune di Firenzuola è stato avviato uno studio conoscitivo di supporto alla istituzione di un’area protetta nell’area del Sasso di Castro e Monte Beni in Comune di Firenzuola. Da questo studio si delineava già una lista delle emergenze floristiche con prospetto sintassonomico (Viciani et al., 2002).
Una matrice boscata a dominanza di latifoglie (faggete e boschi di carpino nero, a seconda dei siti), conifere (rimboschimenti) e peculiari rilievi ofiolitici, con versanti a volte nudi ed acclivi, caratterizzano questa area. Alle faggete dei versanti settentrionali ed occidentali si contrappongono i densi rimboschimenti dei versanti orientali del Sasso di Castro e di Monte Beni (a prevalenza di abete Douglas e abete bianco). Sui versanti erosi del Sasso di Castro e del Monte Beni si sviluppano interessanti formazioni erbacee ed arbustive serpentinicole, con specie floristiche rare o endemiche.
Presso Covigliaio gli agroecosistemi e le aree di pascolo, oggi in parte ridotte, costituiscono una testimonianza delle passate e più estese attività agro-pastorali montane. Attualmente prati postcolturali e densi arbusteti si localizzano nelle aree abbandonate.
Tra le tipologie vegetali di maggiore interesse emergono questi habitat prioritari:
Da segnalare anche la presenza di dense cenosi a Genista radiata, particolarmente sviluppate nel versante sud-occidentale del Monte Beni.
Genista radiata è una orofita sudeuropea rara nell’Appennino, che forma lande poco note dal punto di vista fitosociologico. Un’altra specie rara per questo settore dell’Appennino è Alyssoides utriculata, una rupicola calcicola che cresce sulle rocce acide e pillows del Sasso di Castro e M. Rosso.
Fig.46 -Formazioni a Genista radiata, una orofita sudeuropea in ambienti aridi sul Monte Beni. Una vegetazione poco comune …
Aspetti floristici
Secondo Baroni (tesi di laurea, 2002) la flora del Monte Beni e Sasso di Castro è costituita da 474 elementi (specie dubbie escluse), di cui 6 introdotte dall'uomo. Considerata la scarsa informazione floristica fino ad ora disponibile per questa zona, più di tre quarti dei dati risulta inedito. I 468 taxa selvatici sono suddivisi in 69 famiglie (seguendo Pignatti, 1982) e 253 generi. Le maggiori famiglie rappresentate sono Asteraceae (48 specie), Fabaceae (47 specie), Poaceae (37 specie) e Rosaceae (36 specie), Caryophyllaceae (26 specie) e Lamiaceae (22 specie) sono ben rappresentate.
Sempre da Baroni (2002), lo spettro biologico mostra una netta predominanza di emicriptofite (50%); le terofite raggiungono il 16%, che non è molto alto considerando l’estensione di affioramenti rocciosi ofiolitici caratterizzati da locale aridità edafica. Le fanerofite e le geofite sono ben rappresentate, mentre le idrofite non raggiungono l'1%, essendo limitate a piccoli stagni e pozze all'interno dell’area.
Il lavoro di Baroni ha costituito per me uno strumento di appoggio per alcune osservazioni personali sul campo.
Osservazioni personali sulla flora e gli ambienti
Nell’area del Sasso di Castro e M. Beni ho effettuato alcuni rilievi in primavera 2011-2012, estate 2011-2012, autunno 2012, dopo la creazione Amministrativa dell’ANPIL e la pubblicazione sul sito della Provincia degli itinerari escursionistici dall’Oasi del Covigliaio.
Il periodo migliore per osservare la fioritura di Genista radiata è maggio-giugno, quando tutti i versanti del M. Beni ne sono ricoperti e fra i cespugli appaiono macchie di colori che rivelano rarità botaniche locali, come Viola eugeniae.
In primavera è possibile osservare sui pinnacoli delle rocce ofiolitiche Alyssoides utriculata, numerose presenze di Saxifraga tridactylites si vedono sulle rocce del Monte Rosso, proprio sopra all’area della cava ancora attiva; sul sasso di Castro anche Saxifraga granulata, con maggiori ricoprimenti rispetto a M. Beni. Sulle rocce Murbeckiella zanonii, vari Sedum, Sempervivum tectorum e piccole felci come Asplenium ruta- muraria, A. trichomanes, Ceterach officinarum abbondante come Polypodium vulgare. Queste piante, in pratica, fanno capo a due ambienti, quello dei pratelli aridi su litosuoli (Sedo-Scleranthetea) e quello delle piccole pareti o rocce fessurate (Asplenietea trichomanis).
Sulle falde di detrito, quelle naturali del Sasso di Castro e quelle artificiali del Monte Beni, dovute alla passata attività estrattiva, è molto diffuso in stazioni assolate Helichrysum italicum, accompagnato da vistose coperture di timi (Thymus sp. pl.). Sempre in ambienti di detrito, ma in condizioni di buona umidità ho osservato al Monte Beni 2 specie di Epilobium in piena fioritura (23/6/2011): E. dodonaei e Epilobium hirsutum.
Fioriture di Digitalis lutea e Vincetoxicum hirundinaria al Sasso di Castro e M. Beni il 23/6/2011.
Ancora sulle ofioliti: Teucrium chamaedrys molto abbondante (23/6/2011) al Sasso di Castro e M. Beni, Teucrium scorodonia L. frequente, che si distingue subito per il colore bianco dei fiori, o Teucrium botrys, più raro.
Sui ghiaioni, ma anche a macchie nelle radure in bella fioritura spicca sempre il blu elettrico di Centaurea triumfetti, specie presa a simbolo dell’oasi, accanto a Calamintha nepeta (Sasso di Castro- M. Beni, 23/6/2011).
Tra cuscinetti di Sedum fioriti spuntano Campanula trachelium, Echium vulgare e Silene sp.
Ai piedi della zona della ex cava a M. Beni, proprio su detrito fine, accanto a cespugli di elicriso ho notato una notevole copertura da parte di Fragaria vesca e Anagallis arvensis (23/6/2011).
Ai margini dei boschi misti di latifoglie, lungo il sentiero che sale verso la cima del Sasso di Castro si osservano vari Cerastium: Cerastium arvense, Cerastium holosteoides e Cerastium brachypetalum, mentre nel rado sottobosco è possibile scorgere Silene dioica, Silene armeria predilige invece ambienti rocciosi e radure assolate.
Anche qui è possibile osservare comunità pioniere dell’alleanza del Sedo-Scleranthion, che colonizzano i suoli superficiali su substrato silicatico litoide. A causa dell’aridità del suolo questa vegetazione aperta è ricca di muschi e licheni xerofili e di Crassulaceae. Ho constatato la presenza delle seguenti specie: Sedum album, Sedum sexangulare, Sedum rupestre, Sedum dasyphyllum, Sedum monregalese e Sedum acre. Per la medesima vegetazione anche Scleranthus perennis, Dianthus sylvestris, Rumex acetosella, Euphorbia cyparissias, e Trifolium arvense, Helianthemum nummularium, un Myosotis da verificare e Calamintha nepeta.
Su detrito, invece, come già riscontrato a M. Gurlano trovo anche al Sasso di Castro questa combinazione di specie: Erodium cicutarium , Sedum sp. pl., Myosotis sp., Cerastium sp. pl., Veronica orsiniana. Un’altra combinazione, ma su detriti più grossolani, è rappresentata da Calamintha nepeta, Murbeckiella zanonii, Thymus sp. pl., Helianthemum nummularium, Centaurea triumfetti, varie specie di Potentilla, Viola alba e Viola eugeniae.
Specie Ambiente
Alyssoides utriculata rocce
Calamintha nepeta luoghi nitrificati
Coronilla emerus boschetti, arbusteti e margini
Dianthus carthusianorum prati aridi su roccia
Euphorbia cyparissias prati aridi
Genista radiata rocce a Monte Beni
Geranium sanguineum boschetti e arbusteti
Thymus longicaulis prati aridi su roccia
Vincetoxicum hirundinaria boschetti e arbusteti
Viola eugeniae prati rocciosi, cenge