SULLE ORME DEI GRANDI DEL CICLISMO
Questa escursione ciclistica parte da Barberino
di Mugello. E non è un caso poiché nella sua
prima parte il tracciato ripercorre quello di una
prestigiosa gara ciclistica che si svolgeva nel
Mugello fi no a pochi anni fa: la cronoscalata Barberino
- Passo della Futa. Per molti anni, i più noti
ciclisti, dilettanti e professionisti, si sono infatti
sfi dati in questa suggestiva scalata.
Partiti dalla piazza centrale del paese, dove si
svolge settimanalmente il mercato e si affacciano
alcuni dei principali edifi ci, ci incamminiamo
in direzione del Passo della Futa, protagonista
anche del Giro d’Italia 2007 nella tappa che da
Barberino porta a Fiorano modenese. Usciti dall’abitato
e superato il bivio per Montepiano, da
cui si dirama la strada per l’impegnativo Passo
della Crocetta (--> descrizione della salita, a
pag.58), il nastro d’asfalto si addentra nel bosco e
prende a salire prima dolcemente poi in maniera
decisamente più impegnativa. Per giungere al
Passo della Futa (--> per la descrizione di dettaglio
si veda a pag.52) si superano in sequenza
le località di San Gavino, Montecarelli - dove
inizia il tratto più duro -, Santa Lucia, Monte di
Fo e L’Apparita.
Al chilometro 14,5 siamo in cima al Passo della
Futa (903 metri sul livello del mare) dove, sul
lungo muraglione costruito un tempo per riparare
carri e viandanti dal vento, possiamo sostare
davanti alla targa che ricorda il grande Gastone
Nencini che, durante gli anni ‘50 e ’60, con le sue
imprese ha dato lustro e gloria a questa aspra
terra di pedalatori. Sulla sinistra la bandiera germanica
ci ricorda anche la presenza di uno dei
più importanti cimiteri di guerra tedeschi in Italia.
Dopo la scalata del Passo della Futa si prosegue
in direzione di Bologna. Inizia un tratto di
saliscendi molto accentuato, in parte nel bosco in
parte allo scoperto che ci permette di ammirare il
panorama maestoso dell’Appennino che si erge
e declina verso la valle del fi ume Santerno. Superato
l’abitato de Il Covigliaio, al chilometro 22,7,
invece di proseguire la salita per il Passo della
Raticosa (--> la cui descrizione, da Firenzuola, si
trova a pag.46) svoltiamo a destra in direzione di
Firenzuola, la città della ‘pietra serena’, verso
cui ci si dirige con ripide picchiate di grande
fascino ma non tutte protette da guard-rails.
Al chilometro 28,8 raggiungiamo il fondovalle e
svoltiamo di nuovo verso il Passo della Futa che
ci accingiamo a risalire da un secondo versante.
La frazione di Cornacchiaia (chilometro 31,4) ci
indica l’inizio della nuova salita e qui vale la pena
fare un nuovo rifornimento d’acqua e, se necessario,
mangiare qualcosa, in vista della seconda
scalata della giornata. Si prosegue in leggera
salita fi no al chilometro 32,8, dopodiché la strada
si impenna e per 6 chilometri la pendenza non
scende mai sotto il 5% con alcune punte intorno
al 10%, in particolare dopo Castro di San Martino
e Segalari. Bisogna fare qui ricorso a tutte le energie
ma anche saperle dosare per non “scoppiare”
prima della cima.
Al chilometro 38,7 siamo di nuovo al Passo
della Futa e si svolta a sinistra ritornando verso
Barberino di Mugello. Tuttavia, non ripercorriamo
la stessa strada a ritroso in quanto, a Santa Lucia
(chilometro 42,8), svoltiamo a sinistra seguendo
l’indicazione per Panna dove si trova l’omonima
celebre sorgente di acqua oligominerale (e non
è l’unica di questa zona ricca di acqua). É un
saliscendi dentro e fuori dal bosco che nell’ultima
parte diviene discesa vera e propria, anche ripida.
Il panorama è splendido e la quasi totale assenza
di auto fa sì che possiamo davvero farci cullare
dalle curve che ci portano al fondovalle.
Al chilometro 50,9 raggiungiamo infi ne la
frazione di Galliano e proseguiamo, nel mezzo
della pianura scoperta, in direzione di Barberino.
Prima di giungere al punto da cui eravamo partiti
abbiamo ancora la possibilità di ammirare
il lago di Bilancino, un invaso che, completato
alla fi ne degli anni ’90, ha cambiato la fi siono-
mia di questa parte del Mugello divenendo al
tempo stesso una grande attrattiva e un’opportunità
economica signifi cativa per il territorio,
oltre che una strategica riserva d’acqua per
l’intera provincia. Al bivio con la strada regionale
65 quindi svoltiamo a sinistra ma dopo poche
centinaia di metri, ad una rotonda, giriamo a destra
in direzione di Barberino. Una piccola rampa
ci immette in una breve galleria (apertura nel
2007) e in una strada che costeggia tutto il lago
dal lato sud. Il traffi co scarso e l’assenza di tratti
impegnativi ci permette di gustare appieno
questo scorcio di Mugello che sta cambiando
ma che sembra ancora fortemente legato alla
sua storia agreste.
A Barberino di Mugello giungiamo infi ne dopo
66,4 chilometri che ci hanno permesso di conquistare
un passo appenninico caro al ciclismo e di
ricalcare le orme di tanti eroi di questo sport così
massacrante ma anche così carico di fascino.
TECNICA
La lunghezza del percorso, 66,4 chilometri, non è
straordinaria, ma la doppia scalata del Passo della
Futa (dislivello complessivo di circa 1.100 metri)
richiede una preparazione di buon livello.
Il fondo stradale è generalmente discreto e parte
del percorso si snoda nel bosco. Ciò permette di
trovare refrigerio nelle calde giornate dell’estate
che, d’altra parte, è la stagione più consigliata per
una escursione in cui si superano i 900 metri di
altitudine (non si dimentichi comunque di portare
una mantellina).
Infi ne, le due salite non presentano pendenze proibitive
ma, per la loro lunghezza, è bene aver montato
sulla bici rapporti leggeri (almeno un 39/25) che
consigliamo di utilizzare anche per la prima ascesa,
per non rischiare di trovarsi sulla seconda con le
gambe “in croce”.
Se volete misurarvi con i campioni cronometrando
la “vostra” cronoscalata della Futa sappiate che il
record è di 25’21”11 stabilito da Francesco Casagrande
nel 1995.